La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Giacomo Zilocchi ( Piacenza 1862 - Florence 1943 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Giacomo Zilocchi nacque a Piacenza nel 1862 e visse fino al 30 aprile 1943, quando morì a Firenze. La sua vita e la sua carriera artistica si svolsero in un periodo di grande fermento culturale in Italia, caratterizzato da significative trasformazioni sociali, politiche ed estetiche. Zilocchi fu testimone e partecipe di queste trasformazioni, contribuendo con il suo lavoro alla storia della scultura italiana tra l'Ottocento e il Novecento. Dopo gli studi iniziali all'Istituto Gazzola di Piacenza sotto la guida di Pollinari, Zilocchi si trasferì giovanissimo a Genova, dove frequentò l'Accademia Ligustica con Giovanni Scanzi. La sua formazione a Genova fu coronata nel 1891 dalla vittoria del "Pensionato Durazzo", un riconoscimento che gli permise di soggiornare a Roma per perfezionarsi con lo scultore Giulio Monteverde, maestro della statuaria umbertina. Questo periodo romano fu fondamentale per la sua formazione artistica, permettendogli di immergersi nell'ambiente culturale della capitale e di assorbire le influenze del classicismo e del purismo che caratterizzavano la scena artistica dell'epoca. La produzione artistica di Zilocchi è caratterizzata da una notevole varietà di opere, che spaziano dalla scultura funeraria e sacra, ai monumenti pubblici, ai bassorilievi e ai bozzetti. Tra le sue opere più significative si annoverano diverse stele funerarie realizzate nel periodo post 1915-ante 1929, che testimoniano la sua abilità nel trattare temi di profonda emotività con uno stile che coniuga realismo e idealizzazione. Le sue sculture funerarie, collocate in cimiteri di rilievo come quello delle Porte Sante a Firenze, si distinguono per la capacità di evocare la memoria e il dolore con grande dignità e compostezza. Zilocchi fu anche autore di opere commemorative e di decorazione pubblica, come la "Targa a Vittorio Emanuele" collocata nel Palazzo Mediceo di Seravezza, dimostrando così la sua versatilità e la sua capacità di lavorare su commissione per le istituzioni. La sua partecipazione a mostre e la sua presenza nel circuito artistico dell'epoca sono testimoniati dalla mostra postuma "Pietro Bibolotti, Antonio Bozzano, Giacomo Zilocchi/Tre scultori a Pietrasanta" presentata nel 1999 presso il Centro Culturale "L. Russo" di Pietrasanta, che ha contribuito a riaffermare il suo ruolo nel panorama artistico italiano. Nonostante la sua morte a Firenze nel 1943, l'eredità artistica di Giacomo Zilocchi continua a essere riconosciuta e valorizzata. La sua opera si inserisce nel contesto più ampio della scultura italiana dell'Ottocento e del primo Novecento, periodo in cui la ricerca di un equilibrio tra tradizione e innovazione guidava l'espressione artistica. Zilocchi, con la sua attenzione alla forma, alla composizione e al dettaglio, ha saputo interpretare questo spirito del tempo, lasciando un segno indelebile nella storia dell'arte italiana. La sua biografia, arricchita da studi e riconoscimenti, riflette il percorso di un artista profondamente radicato nella sua epoca, capace di attraversare le correnti artistiche con una voce personale e distintiva. La sua opera, ancora oggi studiata e apprezzata, rappresenta un importante capitolo nella storia della scultura italiana, testimoniando la vitalità e la complessità dell'arte di fine Ottocento e inizio Novecento.