La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Cesare Zocchi ( Florence 1851 - Turin 1922 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Cesare Zocchi nacque a Firenze il 7 giugno 1851, in una famiglia legata all'arte della scultura. Suo padre, Francesco, era un marmista specializzato in lapidi sepolcrali, e Cesare dimostrò fin da giovane una notevole abilità nel modellare la creta. Questo talento precoce lo portò a entrare nel laboratorio del cugino Emilio Zocchi, scultore di rilievo che aveva studiato con maestri del calibro di Girolamo Torrini, Aristodemo Costoli e Giovanni Dupré. Emilio, oltre a essere un punto di riferimento artistico per Cesare, avviò una bottega di abili copisti, ponendo le basi per quello che sarebbe diventato lo stile scultoreo di Cesare: un sobrio purismo che si rifaceva alla tradizione classica. La formazione di Cesare proseguì all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ebbe l'opportunità di studiare sotto la guida diretta del cugino Emilio. La sua carriera prese una svolta decisiva quando, ancora molto giovane, vinse il pensionato a Roma grazie a una statua di soggetto mitologico che, nonostante fosse ancora legata a un gusto accademico, rivelava già le sue capacità scultoree. Questa esperienza romana fu fondamentale per la sua formazione, collocandolo in una posizione di transizione tra la tradizione ottocentesca e i nuovi percorsi artistici del Novecento, anche se la sua carriera non abbracciò completamente quest'ultima fase a causa della sua prematura scomparsa. Cesare Zocchi si distinse principalmente come ritrattista e scultore monumentale, unendo una tecnica impeccabile a una visione sintetica delle superfici e delle masse. La sua opera si caratterizzò per un naturalismo che si fonde con un afflato spirituale, particolarmente evidente nei numerosi monumenti funebri da lui realizzati. Dal 1881, iniziò a insegnare scultura all'Accademia fiorentina, posizione che mantenne fino agli inizi del Novecento. La sua partecipazione alle Promotrici di Torino segnò l'inizio di una carriera futura strettamente legata a questa città. Tra le sue opere più significative si ricorda il Monumento a Dante, considerato il suo capolavoro. Questa opera, realizzata a Trento, rappresenta un punto di riferimento nella sua produzione artistica e ha contribuito a consolidare la sua fama. Altre opere degne di nota includono la Vittoria alata per il Vittoriano a Roma e diversi monumenti funebri, oltre a contributi alla decorazione della facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze. Nel 1905, alla morte di Odoardo Tabacchi, Cesare Zocchi ottenne la cattedra di scultura all'Accademia Albertina di Torino. Questa nomina fu oggetto di controversie, in quanto molti consideravano Leonardo Bistolfi, esponente del simbolismo e delle novità liberty, un candidato più adeguato per la posizione. Tuttavia, Zocchi mantenne la cattedra fino alla sua morte, avvenuta a Torino il 24 marzo 1922. La sua eredità artistica è testimoniata non solo dalle sue opere, ma anche dalla sua influenza sull'ambiente accademico e culturale dell'epoca. Cesare Zocchi rappresenta una figura di spicco nella scultura italiana di fine Ottocento, capace di coniugare la tradizione classica con le esigenze espressive del suo tempo. La sua opera, caratterizzata da un profondo senso del naturalismo e da una ricerca continua della forma ideale, continua a essere apprezzata per la sua qualità tecnica e per il suo valore artistico.