La Galleria Ponti compra opere e sculture dello scultore Ambrogio Zuffi ( Ferrara 1833 - 1922 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime delle sue sculture.
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Ambrogio Zuffi fu uno scultore e restauratore italiano, nato a Ferrara il 13 agosto 1833 e deceduto nella stessa città il 9 gennaio 1922. La sua vita e la sua opera si inseriscono nel contesto del periodo neoclassico, un'epoca in cui l'arte si ispirava ai canoni estetici dell'antichità classica, cercando di riprodurne l'armonia e l'equilibrio formale. Zuffi nacque in una famiglia modesta, figlio di Giuseppe, un sarto, e Teresa Scacchi. La sua formazione artistica iniziò nella città natale, presso la Scuola Comunale di Scultura, dove fu allievo di Giuseppe Ferrari. Durante gli anni di studio, tra il 1849 e il 1854, si distinse ricevendo diversi premi alla Scuola d'Ornato, un riconoscimento della sua abilità e del suo talento artistico. Nel 1855, Zuffi si trasferì a Roma, dove continuò la sua formazione sotto la guida di Pietro Tenerani, uno scultore di fama che contribuì a perfezionare le sue tecniche e a raffinare il suo stile. Durante il suo soggiorno romano, che durò fino al 1860, ricevette sussidi dal Comune di Ferrara, che gli permisero di studiare e lavorare nella capitale. Tornato a Ferrara, Zuffi iniziò a realizzare opere di rilievo per la città. Tra queste, un busto di Vittorio Emanuele II, il modello di un monumento dedicato a Girolamo Savonarola e diverse sculture di carattere allegorico e religioso, come "Bacco indiano" e "Sansone e Dalila". Le sue opere si caratterizzavano per una certa vivacità espressiva e per una notevole capacità di introspezione psicologica, come dimostrato nei ritratti di Ferdinando Canonici e del pittore Gregorio Boari. Ambrogio Zuffi fu particolarmente attivo come scultore di busti e ritratti, sia in marmo che in bronzo, e le sue opere adornano molti monumenti funerari nella Certosa di Ferrara. Tra questi, spicca l'autoritratto realizzato per il suo stesso sepolcro, un'opera che testimonia la sua abilità nel catturare l'essenza umana attraverso la scultura. Il monumento funerario include anche un cippo di notevoli dimensioni con diverse iscrizioni sepolcrali e un medaglione raffigurante Filomena Zuffi. Zuffi fu anche un apprezzato restauratore, e la sua abilità in questo campo gli permise di lavorare su importanti opere d'arte. Nel corso della sua carriera, partecipò a diverse esposizioni, tra cui quelle ferraresi del 1854, dove presentò un bassorilievo raffigurante "Socrate e Alcibiade". Nel 1865, chiese di esporre alcune sue opere nella Sala della Scherma nel Municipio ferrarese. Oltre alla scultura, Zuffi si dedicò anche all'insegnamento. Nel 1879, si offrì di insegnare gratuitamente Scultura al Civico Ateneo ferrarese, dimostrando un forte impegno verso la formazione delle nuove generazioni di artisti. Le sue opere si trovano in diversi luoghi di Ferrara e dintorni, come il mausoleo Braghini a Pontelagoscuro, e sono caratterizzate da uno stile che mescola elementi rinascimentali con la visione artistica del suo tempo. Zuffi fu anche coinvolto nella selezione delle opere per il Museo Civico situato nel Palazzo dei Diamanti e realizzò modelli in stucco per la famiglia Maffei, conservati nel Palazzo Schifanoia. Ambrogio Zuffi morì a Ferrara all'età di 88 anni, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera continua a essere apprezzata per la qualità della modellazione, la sensibilità espressiva e la capacità di infondere vita nella pietra e nel bronzo.